#25 Sex in advertising
Il sesso vende ancora o siamo entrati in una nuova era della pubblicità?
Ciao a tutti! 👋🏻
Come state? Prima di tutto grazie a tutti quelli che mi hanno risposto su IG aiutandomi a scrivere questa newsletter! E grazie anche a chi mi legge ogni sabato.. incominciamo!
Oggi parliamo di sex in advertising: strategie di marketing che sfruttano la sessualità per attirare l'attenzione e suscitare interesse nei consumatori. Questo tipo di marketing fa leva su immagini, messaggi o simboli sessualmente suggestivi per promuovere prodotti o servizi.
Il sesso come leva per il marketing 🔥
Fa parte della nostra natura, siamo programmati per rispondere agli stimoli sessuali. La sessualità evoca reazioni emotive e fisiologiche profonde che hanno come risultato quello di attirare la nostra attenzione. Senza addentrarci in argomenti di cui non sono neanche competente, possiamo affermare che: il sex appeal attira e questo fa molto comodo in funzione del marketing.
Non lo dico io, lo dicono i dati. Uno studio pubblicato su Psychology Today ha rilevato che i contenuti promozionali a sfondo erotico sono più memorabili, ma non necessariamente ci aiutano a ricordare il nome del brand o aumentano le intenzioni di acquisto.
Quindi sì, questa tipologia di marketing attira ma non è abbastanza. Una volta catturata l’attenzione, bisogna riuscire a canalizzarla verso il brand. È fondamentale che il messaggio pubblicitario abbia coerenza con il prodotto e il brand stesso, e soprattutto che questa attenzione sia “positiva”.
Brand direttamente legati alla sessualità
Alcuni brand come Durex, utilizzano questo tipo di marketing perché il loro prodotto è direttamente legato al sesso, fare allusioni sessuali è coerente con il messaggio del brand e il pubblico di riferimento.
Poi su Durex ci sarebbe da fare uno studio a parte perché ha deciso di posizionarsi in modo tutt’altro che scontato andando oltre il sesso. Durex enfatizza i benefici dell'uso dei preservativi, non solo per la protezione, ma anche per evitare situazioni stressanti e impreviste legate alla genitorialità. Questa scelta non solo cattura l'attenzione, ma crea anche una connessione emotiva con il pubblico, rendendo il messaggio memorabile e efficace. Vi lascio un altro video qui.
Altri brand, invece, utilizzano immagini o messaggi sessuali principalmente per attirare l'attenzione, senza che ci sia una reale connessione con il loro prodotto. Questo può generare curiosità e visibilità, ma bisogna stare attenti a non forzare la mano e sembrare fuori luogo.
A scopo ironico e umoristico
Alcune pubblicità utilizzano il sesso in modo ironico per creare un effetto comico e rendere il messaggio più leggero e memorabile.
Rocco Siffredi ne sta facendo una seconda carriera, dopo Amica Chips anche Segugio.it lo ha scelto per la sua campagna di inizio 2024. Nello spot Rocco riprende la citazione della celebre pubblicità Fiat degli anni 2000 “Buonaseraaaa”.
Il protagonista di quel famoso spot è vittima della sua stessa battuta di allora.
Pubblicità memorabili
Profumi, abbigliamento e automobili spesso utilizzano allusioni sessuali per suggerire che l'acquisto di questi articoli aiuterà a conquistare il proprio partner, ottenere attenzione sessuale o sentirsi più attraenti. Memorabile quanto controversa è questa pubblicità di Axe.
E invece Fate l'amore con il sapore? Chi vi viene in mente? Müller sottolinea un'esperienza sensoriale e seducente legata al consumo dei loro yogurt e dessert. Mira a evocare desiderio e piacere, facendo leva sulle emozioni dei consumatori per differenziarsi dai competitor e rimanere impressi nella mente del pubblico.
Beauty e provocazione
Anche l’industria del beauty sfrutta la sessualità e l’erotismo per attirare l'attenzione e differenziarsi dai competitor. Caricando di sessualità il prodotto stesso, si evoca desiderio e si crea un forte impatto visivo, lasciando un ricordo duraturo nei consumatori. Ci ha pensato Isamaya Ffrench con la sua Lips collection, una selezione di rossetti racchiusi in un tubetto di forma fallica. Ma anche Too Faced con il suo mascara “allusivo” o Diego Della Palma con un mascara che si crede un sex toy.
Uno strumento allusivo
Messaggi o immagini nascosti all'interno dell'annuncio, come se fossero un’esca di cui a volte neanche ci accorgiamo.
Calvin Klein è rinomato per le sue campagne pubblicitarie che fanno largo uso della sessualità per creare un'immagine audace e provocatoria. Sin dagli anni '80, le pubblicità di Calvin Klein hanno spesso presentato modelli in pose suggestive e abbigliamento minimale, puntando sull'estetica della seduzione e della bellezza fisica. Questo approccio ha aiutato il brand a distinguersi nel settore della moda, rendendo Calvin Klein sinonimo di stile e sensualità. Le campagne hanno contribuito a definire non solo il brand, ma anche le tendenze pubblicitarie contemporanee.
Ma se Calvin Klein è stato accusato di oggettificazione del corpo, Saratoga può essere considerato persino più controverso. Le pubblicità di Saratoga hanno utilizzato esplicitamente immagini provocatorie per attirare l'attenzione, giocando su doppi sensi e ironia. Anni fa’, queste pubblicità erano più tollerate e le consideravamo “normali”, ma oggi sollevano numerose critiche e dibattiti sull'eticità e sull'impatto di tali rappresentazioni nella società. Per capire di cosa parlo guardate questo video.
Ed è forse proprio da questo ultimo punto che parte la questione più delicata, ciò che canalizza un’attenzione “negativa”.
#WomenNotObjects
Negli anni si è osservata una tendenza negativa verso la strumentalizzazione e l'oggettificazione della donna. Spesso, le donne vengono ridotte a semplici oggetti di desiderio, perpetuando stereotipi dannosi e influenzando negativamente la percezione sociale del loro ruolo.
Madonna Badger, fondatrice e CEO della società pubblicitaria Futura Collective, ha lanciato una campagna nel 2016 chiamata #WomenNotObjects. La campagna ha contribuito a far luce sulla differenza tra espressione sessuale e oggettificazione, cambiando il modo in cui gli inserzionisti si avvicinavano alla "vendita di sesso". È un video che fa riflettere e che riporta casi realistici; lo trovate qui.
Rispetto agli uomini, le donne nella pubblicità hanno maggiori probabilità di essere ritratte come oggetti sessuali, frammentate visivamente o ridotte a parti del corpo piuttosto che presentate come individui completi. Anche se alcune pubblicità mostrano un'apparente facciata di empowerment, le donne sono ancora spesso rappresentate secondo l'ideale femminile stereotipato.
In conclusione
Sempre questo studio dimostra che l'uso di sex in advertising può avere un impatto complessivamente negativo sull'atteggiamento verso il brand. Inizialmente può catturare l'attenzione, ma statisticamente non migliora il riconoscimento del brand. In generale possiamo dire che la sessualità nel marketing è una lama a doppio taglio: può essere efficace per attirare l'attenzione, ma bisogna usarla con cautela e rispetto per evitare di danneggiare l'immagine del brand e perpetuare stereotipi dannosi.
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